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Dalla sentenza Grilli alla nuova legge sull’assegno di separazione e l’assegno di divorzio

Mag 18, 2019

Dalla sentenza Grilli al DDL Morani: le novità sugli assegni di mantenimento degli ex coniugi

La Cassazione Civile con la sentenza n. 11504 depositata il 10 maggio 2017 ha introdotto una vera e propria rivoluzione in tema di assegno di divorzio e mantenimento modificando i criteri di attribuzione e determinazione dell’assegno stesso. Con questa pronuncia la Prima Sezione della Cassazione Civile ha ritenuto non più attuale il modello assistenziale del diritto a mantenere il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio.

Nella sentenza n. 11504 si legge che bisogna “superare la concezione patrimonialistica del matrimonio inteso come sistemazione definitiva” perché è “ormai generalmente condiviso nel costume sociale il significato del matrimonio come atto di libertà e di autoresponsabilità, nonché come luogo degli affetti e di effettiva comunione di vita, in quanto tale dissolubile. Si deve quindi ritenere che non sia configurabile un interesse giuridicamente rilevante o protetto dell’ex coniuge a conservare il tenore di vita matrimoniale”. Con la sentenza di divorzio la Corte ha ritenuto che “il rapporto matrimoniale si estingue non solo sul piano personale ma anche economico-patrimoniale, sicché ogni riferimento a tale rapporto finisce illegittimamente con il ripristinarlo, sia pure limitatamente alla dimensione economica del tenore di vita matrimoniale, in una indebita prospettiva di ultrattività del vincolo matrimoniale”. Sono, così, venuti meno i parametri tradizionali per la valutazione dell’assegno di mantenimento, per esempio quello legato al tenore di vita, e sono stati privilegiati altri fattori come il raggiungimento dell’indipendenza economica del coniuge richiedente. In altri termini, una volta raggiunta una giusta indipendenza economica, il diritto all’assegno viene meno.

Dopo questa sentenza della Suprema Corte, si è assistito ad un radicale cambiamento di orientamento giurisprudenziale e si obbliga l’ex coniuge richiedente a dimostrare “di non possedere mezzi adeguati” e di non poterli trovare “per ragioni oggettive” oltre a provare di essersi adoperato per il raggiungimento della propria indipendenza economica. Al richiedente l’assegno divorzile è inoltre richiesto l’onere della prova di:

  • qualsiasi tipo di reddito;
  • il patrimonio mobiliare e immobiliare;
  • le possibilità e le capacità lavorative;
  • la disponibilità di una abitazione stabile.

Se l’ex coniuge viene ritenuto indipendente economico o capace di esserlo non avrà diritto all’assegno divorzile.

Alla luce di queste novità, l’ex coniuge che già eroga un assegno, potrebbe rivolgersi al tribunale per la revisione dell’assegno o la revoca.

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Il Disegno di Legge Morani – Riforma del divorzio e assegno con scadenza

In linea con questo nuovo orientamento giurisprudenziale, il 14 maggio 2019 con 386 voti a favore, 19 astensioni e nessun voto contrario la Camera ha approvato la proposta di legge sull’assegno di divorzio presentata dalla deputata del PD Alessia Morani che passerà ora al Senato per l’approvazione definitiva (“Modifiche all’articolo 5 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di assegno spettante a seguito di scioglimento del matrimonio o dell’unione civile”).

Quali novità introduce il DDL Morani?

Sicuramente la novità più importante è proprio che l’assegno divorzile non sarà più collegato al tenore di vita matrimoniale. Cambiano i criteri che si baseranno su altri fattori, per esempio la durata del matrimonio, le condizioni economiche e famigliari degli ex coniugi, il patrimonio mobiliare e immobiliare di entrambi, il reddito netto.

Il coniuge richiedente avrà sempre l’onere della prova a sostegno della propria richiesta, per esempio, per provare di non essere in condizioni di raggiungere l’indipendenza economica. Inoltre il Giudice stabilirà una scadenza dell’assegno che non sarà più a vita, rompendo di fatto una situazione per la quale tale assegno in molti casi avrebbe rappresentato un vitalizio. L’assegno inoltre non sarà dovuto se il richiedente convive con un’altra persona cercando il più possibile di mettere fine a convivenze tenute nascoste per percepire il sostegno economico.

L’intervento dell’investigatore privato nelle richieste di assegno divorzile o di revoca dello stesso.

Milano investigazioni può fornire un valido e determinante aiuto nei casi in cui si chiedesse per esempio la revisione dell’assegno di mantenimento e si imponesse, quindi, la necessità di dimostrare, tramite documenti, foto, video, testimonianze che:

  • l’ex coniuge richiedente o beneficiario l’assegno conviva stabilmente more uxorio con un’altra persona;
  • l’ex coniuge richiedente o beneficiario abbia un tenore di vita differente da quello dichiarato in sede di separazione;
  • l’ex coniuge richiedente o beneficiario abbia intrapreso un’attività lavorativa anche in nero che gli garantisce l’indipendenza economica;

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