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Lo shopping compulsivo può essere addebito della separazione coniugale

Nov 30, 2013

Non solo le malattie mentali in senso stretto, ma anche psicosi, nevrosi o disturbi compulsivi riconosciuti, come lo shopping compulsivo, possono essere tra le cause di addebito della separazione ad uno dei coniugi, con relativo mancato diritto ad incassare un eventuale assegno di mantenimento. La Corte di Cassazione si è così infatti pronunciata lo scorso 11 novembre 2013, con Sentenza n. 25843, con il terzo grado di giudizio e ha riconosciuto nello shopping compulsivo della moglie, in seguito a perizie tecniche e provata sottrazione di quantità ingenti di denaro “familiare”, una causa valida per addebitare alla stessa e non al marito la separazione coniugale e togliere tra l’altro a lei il diritto ad incassare l’assegno di mantenimento.

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